Trofeo Memorial Barbara Morani

Il 20 dicembre 2023 saranno 10 anni che Barbara ci ha lasciato

Le dedico questa pagina per ricordarla e farla conoscere a chi non ha avuto la fortuna di trovarla sulla sua strada. 

Le emozioni si contagiano, ci sono persone che riescono a impregnarci di entusiasmo e voglia di vivere. Barbara Morani era una di queste persone e noi che l’abbiamo conosciuta ci auguriamo fortemente che i nostri figli siano stati contagiati.

Laura Locchi


Barbara Morani 


Barbara Morani nasce a Roma nel 1960, la passione per i cavalli le viene trasmessa dal papà Fernando, ex ufficiale di cavalleria a Pinerolo nella 2^ guerra mondiale. Fino al 1981 Barbara risiede a Roma nella proprietà dei genitori dove il papà le ha adibito una scuderia privata, che in futuro tornerà ad essere il suo maneggio. È in questo periodo che matura le esperienze fondamentali che trasformano una “semplice” giovane amazzone in una vera persona di cavalli. Ciò che distingueva Barbara era la sua grande sensibilità e attenzione verso i cavalli. Quando apriva la scuderia al mattino capiva subito se un cavallo aveva qualche problema perché era in grado di percepire il minimo segnale diverso dal solito quale il respiro, un movimento inusuale o lo sguardo. Per lei i cavalli non erano macchine o mezzi da impiegare per gli scopi sportivi ma esseri viventi, istintivi, bisognosi di cure ed attenzione proprio perché tolti dal loro ambiente naturale. Nel 1982 si sposa con Mauro Benvenuti, ufficiale dell’Aeronautica Militare e giocatore di rugby, e si trasferisce a Brescia dove continua la sua carriera agonistica nel salto ostacoli gareggiando per i colori della “Cavallerizza Bettoni”, una delle più antiche scuole di equitazione d’Italia. Nel 1987 la nascita del primo figlio a cui darà il nome di Filippo (dal greco Filos Hyppos – amante dei cavalli). Nonostante la gravidanza decide di tenere il proprio cavallo, quello con cui gareggia regolarmente, un purosangue di piccola taglia di nome Shadow II. Lo accudisce giornalmente, lo lavora regolarmente alla corda, e appena si riprende dal parto è di nuovo sui campi di gara con Filippo in carrozzina sugli spalti che l’aspetta per la “poppata”. Nel 1990 nasce la secondogenita Giulia, affetta da ritardo psico-motorio, il trasferimento a Roma e la malattia del padre, le impongono uno stop forzato dal mondo dei cavalli. Nel 1996 porta Giulia in uno dei primi Centri che all’epoca praticavano Ippoterapia a Roma, L’Auriga onlus di Nicoletta Angelini, e quando Giulia disse il suo primo “ciao” a cavallo decise che era arrivato il momento di ricominciare. Acquista una cavalla e un van ed inizia a collaborare come istruttore con l’Auriga. In quel momento comprende che il cavallo non è solo sport, ma anche una straordinaria opportunità di recupero fisico e psico-sociale per persone con disabilità di vario tipo o svantaggiate. La sua grande sensibilità, l’esperienza diretta di genitore di una figlia disabile, unite alla profonda competenza con i cavalli e alla preparazione professionale, le consentiranno di diventare ben presto una delle migliori istruttrici di equitazione per disabili.   Nel 1998 si ammala per la prima volta di cancro ma reagisce alla malattia con una carica in più per continuare a coltivare la sua passione. Così nel 2002 realizza il suo sogno, aprire un maneggio a casa sua e nel 2006 fonda l’Associazione “Il Sagittario ASD”.

Un maneggio tutto suo dove poter trasmettere agli altri la grande passione che aveva per i cavalli è sempre stato il sogno di Barbara. Un sogno che con grande determinazione è riuscita a realizzare creando, nella proprietà di famiglia a Vermicino, un luogo che da tanti anni è in grado di offrire a bambini, ragazzi e adulti l’opportunità di praticare una serie di attività di tipo ricreativo, motorio, sportivo e riabilitativo, basate sulla relazione tra l’uomo ed il cavallo e, pertanto, fortemente stimolanti e motivanti, in particolar modo per chi presenta problematiche psico-sociali o è affetto da disabilità fisica o mentale.

Barbara acquisisce numerosi titoli professionali e diventa: Istruttore Federale di 1° livello, Tecnico di Volteggio di 2° livello, Tecnico di Equitazione Paralimpica di 2° livello, Tecnico di Riabilitazione Equestre, Tecnico di Equitazione FISDIR (ex CIP). Nel 2011 è stata nominata referente per la disciplina del volteggio dal Comitato Regionale FISE Lazio. Nel 2009 si ammala nuovamente, stavolta senza speranza di guarigione, ma non si arrende e continua ad impegnarsi nella sua attività fino alla fine dei suoi giorni.

I migliori risultati come Istruttore li ha raggiunti nell’equitazione per disabili (con numerosi titoli nazionali vinti dai suoi allievi dal 2006 al 2011 nelle gare di gimkana e dressage ai Campionati Italiani CIP e FISDIR), nel dressage paralimpico (dove Cristian De Mase è stato più volte campione regionale ed italiano ed ha partecipato anche a gare di livello internazionale) e nel volteggio (con una medaglia d’argento ai Campionati Italiani 2005 nella categoria individuale a 1 stella, una medaglia d’argento e 1 di bronzo ai Campionati Italiani 2012, 1 d’oro e 1 d’argento alle Ponyadi 2012, la vittoria al Trofeo del Sud 2013, ecc)

Il 15 novembre 2013 è a Cattolica ad accompagnare in campo gara Cristian De Mase nella vittoria alla Coppa delle Regioni di dressage paralimpico. Il 5 dicembre fa lezione per l’ultima volta ai suoi ragazzi. Il 20 dicembre muore all’ospedale di Frascati.

Ora che Barbara non c’è più, la sua creatura, “Il Sagittario”, è una realtà ed una risorsa ormai consolidata nel territorio.

Dal 2014 il Trofeo del Centro Sud di Volteggio è dedicato alla memoria di Barbara Morani, che per oltre 15 anni si è dedicata con passione all’insegnamento, alla promozione e alla diffusione della disciplina del volteggio in particolare a Roma e nel Lazio.

Barbara ci racconta, in un’intervista sulla rivista Poniamo, il suo approccio con il Volteggio e la scelta di dedicarvisi come istruttrice. “Nel 1996 ho frequentato il corso per Tecnico Federale e con curiosità, ma anche un po’ di diffidenza, mi sono avvicinata a questa nuova disciplina che sembrava più un’attività circense che equestre in senso stretto. Mi sono subito ricreduta. A trentasei anni ho provato una indescrivibile sensazione di libertà e armonia galoppando con un cavallo senza l’ausilio della sella e delle mani. Da allora ho ritenuto che il Volteggio debba far parte del patrimonio di esperienze di un cavaliere. È principalmente per questo che a quanti si avvicinano al nostro Centro per “imparare ad andare a cavallo”, specie se bambini o ragazzi, propongo sempre, almeno per le prime lezioni, la disciplina del Volteggio. Alcuni se ne innamorano e vogliono continuare anche a livello agonistico, altri, per scelta o su proposta dell’istruttore, decidono di scegliere l’Equitazione tradizionale e si trovano avvantaggiati nell’apprendere la corretta tecnica perché hanno già vinto le loro paure (del cavallo, dell’altezza, del movimento, ecc.), assumono con facilità un buon assetto, hanno un buon equilibrio e l’indipendenza dagli aiuti alle tre andature.” Sul suo lavoro di istruttrice dice che “quando si lavora con i bambini è bello vederli sorridere. La soddisfazione è quella che si prova al termine della lezione quando ti rendi conto che, pur avendo lavorato con impegno, si sono divertiti e non vorrebbero più andare via.”


9 anni di memorial....


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